Ogni paese della Sardegna aveva (e ha ancora) almeno una donna che praticava "sa mexina de s’ogu liau" detta anche semplicemente "sa mexina de s’ogu".
Secondo la credenza si poteva essere colpiti da malocchio anche involontariamente, bastava una lode, un gesto di ammirazione, che ogni persona normale poteva “ghettai s’ogu” (colpire di malocchio).
Tanto era la credenza nel malocchio che le donne appena nasceva un figlio lo facevano toccare da tutti coloro che lo guardavano, adottando la scusa di tenerlo in braccio. Un modo di scongiurare il malocchio era quello di sputargli in testa.
Se tra tutti i visitatori c’era qualcuno, secondo la madre, che era capace di “ghettai s’ogu” (colpire di malocchio) appena questo si voltava, la madre sputava per terra tre volte per annullare il sortilegio.
Altro modo per non “ghettai s’ogu” (colpire di malocchio) era quello di toccare la persona a cui si faceva il complimento e si diceva la formula “po non ti ghettai ogu” (per non colpirti di malocchio) oppure la formula “chi Deus du conservidi” (che dio lo conservi).
Il metodo tradizionale della medicina dell'occhio (sa mexina e s'ogu) consiste nel gettare dell'acqua in un bicchiere e recitando almeno tre preghiere (la maggior parte recitano preghiere tradizionali come il padre nostro / ave maria altre hanno delle formule ad hoc) e nel frattempo buttare tre chicchi di grano (trigu) uno alla volta. Se il chicco di grano si immerge completamente nell'acqua non vi è "pigara de ogu" e si tratta di un malanno temporaneo. Se invece si forma una bolla sul grano e resta a galla il malcapitato è "pigau de ogu". (tratto da https://sardanews.it/359617-sa-mexina-de-s-ogu-come-togliere-il-malocchio-nella-tradizione-sarda)
- LE 5 REGOLE DELLA MEDICINA DELL’OCCHIO
(tratto e ulteriori info su da https://sardiniamood.com/le-5-regole-della-medicina-dellocchio)
Regola numero uno:
la medicina deve essere trasmessa sempre da una persona più grande a una più piccola.
Regola numero due:
la medicina dell’occhio si fa a titolo gratuito.
Regola numero tre:
la medicina dell’occhio segue la regola del tre, ovvero non può essere fatta alla stessa persona per più di tre volte al giorno, e oltretutto prima che il sole sia tramontato. Se al terzo tentativo l’occhio non se ne va bisogna rinviare al giorno successivo o rimandare ad altre due persone esperte che la facciano nella stessa giornata.
Regola numero quattro:
chi fa la medicina dell’occhio deve avere davanti la persona colpita o deve tenere vicino a sé un oggetto che le appartenga.
Regola numero cinque:
una volta fatta la medicina, viene somministrata "al malato" facendogli dei segni della croce nelle giunture e sulla fronte e facendogliene bere un sorso. Dopo di che, ciò che rimane deve essere gettato in un posto dove la persona colpita non passerà mai più in vita sua.
- COME SI ESEGUE:
La “fase preparatoria” è accompagnata da un preciso rituale: il segno della croce ripetuto nel formare ognuno dei tre mucchietti di grano e sale (sei volte in totale), la recita del Credo e di seguito la litania: “Susanna ha fattu Anna, Anna ha fattu Maria, Maria ha fattu Gesusu, sogu pigau non ci siada prusu” (nota anche nella variante: “Susanna è mamma de Sant’Anna, Sant’Anna è mamma de Maria,s’ogu pigau non ci siada prusu”).
Terminata la formula di benedizione, vengono gettati dapprima i tre gruppi di chicchi di grano (con i quali si sarà provveduto a comporre il segno della croce) e successivamente quelli di sale, sempre accompagnati dal simbolo trinitario. Anche in questo caso, per verificare la presenza nefasta del malocchio, occorre osservare le eventuali bollicine formatesi sopra i chicchi di grano, con una variante rispetto alla posizione delle bolliccine : la posizione (parte superiore o centrale) indicherà la patologia del “malato”, mal di testa o di mal di pancia, mentre il numero dei grani interessati alla formazione delle bolle rivelerà invece la cifra dei responsabili de sa pigadura de ogu. Qualora però al termine del rito le bollicine non fossero scomparse, si renderà necessario la ripetizione della pratica, fino ad un massimo di tre volte, superate le quali si dovrà attendere il giorno successivo oppure rivolgersi ad altre due persone che ne completino la funzione salutare con l’adempimento del rituale.
(CLICCA PER SAPERNE DI PIU' in formato PDF https://www.contusu.it/file/Mexina-de-sogu.pdf)
- LE VARIANTI:
Oltre a quella con il bicchiere, il sale ed il grano, troviamo la pratica più diffusa contro il "malocchio" che si fa con un piatto bianco e olio.
Se le gocce ne formano una unica non si ha il malocchio. Se al contrario si formano tante varie goccioline, si è "presi d'occhio".
E' anche possibile sapere se è stato un uomo o una donna a lanciarlo. Se le gocce sono maggiormente orientate verso destra è stato un uomo, se tendono maggiormente verso sinistra è stata una donna.
- CURIOSITA': IL RITO DELL'AFFASCINO.
Il suo nome deriva dal latino fascinum e significa sortilegio, si tratterebbe di un curioso maleficio che prenderebbe vita attraverso le parole o anche solo con uno sguardo, e nasconderebbe un sentimento d'invidia verso chi lo subisce. Potrebbe trattarsi quindi, di un semplice complimento, una lode verso la persona succube, successivamente soggetta a mal di testa, capogiri, stanchezza persistente, sonnolenza e sfortuna in generale.
Oggi a a praticarlo in Puglia sono soprattutto le signore più anziane che hanno la possibilità di trasmettere il dono guaritore nel giorno del Venerdì Santo e soltanto ad altre tre persone nel corso della loro vita, in caso contrario il potere di neutralizzare il malocchio svanirebbe, sia per chi lo insegna, sia per chi lo impara.
In questa terra "farsi fare l'affascino" è una pratica ancora molto viva, naturalmente non è consentito o tollerato alcuno scambio di denaro, le anziane signore mettono a disposizione le loro preghiere sussurrate come atto di gentilezza e premura, basta chiedere e ripagare con un grazie.
(il rito dell'affascino è stato tratto da https://www.pugliabnb.it/it/eventi/religiosi-e-culturali/151-l-antico-rito-dell-affascino-in-puglia.html)
- CRITICHE E SPIEGAZIONI RAZIONALI
(tratto da https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=200092)
Prendiamo per esempio la variante della medicina contro il malocchio fatta con un piatto ed olio.
Per cercare di comprendere meglio ciò che succede si può fare un esperimento. Si prendano due piatti fondi uguali, si lavino accuratamente con detersivo e si risciacquino con acqua calda. Su uno dei due piatti si passi quindi un batuffolo di cotone leggermente imbevuto d'olio. Si introduca una uguale quantità d'acqua nei due piatti. Si lasci quindi cadere una goccia d'olio da uguale altezza nell'acqua dei due piatti. In quello che è stato preventivamente unto con il batuffolo di cotone, la goccia d'olio rimarrà localizzata in una zona molto ristretta. Viceversa in quello accuratamente sgrassato la goccia sembrerà sparire. In realtà la goccia d'olio non sparisce, ma si spande sulla superficie dell'acqua in un sottilissimo strato che possiamo considerare con buona approssimazione monomolecolare (guardando contro luce la superficie è possibile vedere la chiazza d'olio). La differenza di comportamento nei due piatti è interpretabile in termini di tensione superficiale, modificata dalla presenza di tracce d'olio nel piatto trattato con il batuffolo di cotone.
Coloro che basano la "diagnosi" del malocchio sulla caduta di una goccia d'olio in un piatto si affidano quindi, se in buona fede, al caso. L'esito, infatti, dipende dal modo più o meno accurato con cui il piatto è stato lavato.
PER QUESTO ARTICOLO SI RINGRAZIA I SEGUENTI AUTORI E FONTI DALLA QUALE ABBIAMO PRESO TUTTE LE INFORMAZIONI CHE AVETE POTUTO LEGGERE IN QUESTO ARTICOLO.
All'interno dei vari link troverete ulteriori informazioni.
FOTO TRATTE DAL WEB
NOTA IMPORTANTE:
COME APPENA SPECIFICATO, LE INFORMAZIONI PRESE PER SCRIVERE QUESTO ARTICOLO SONO STATE TRATTE DAI SITI WEB RIPORTATI IN ALTO.
SE INCAUTAMENTE ABBIAMO RIPORTATO MATERIALE COPERTO DA COPYRIGHT, CHIEDIAMO ALL'AUTORE DI CONTATTARCI CHE PROVVEDEREMO DELLA CANCELLAZIONE DEL CONTENUTO NEL MINOR TEMPO POSSIBILE. IN TAL CASO CI SCUSIAMO ANTICIPATAMENTE.
Comments