Conosciuta anche con l'acronimo di PID (PaulIsDead, in italiano "Paul è morto") è una leggenda metropolitana nata nel 1969, quando cominciò a circolare la notizia secondo la quale il famoso bassista dei Beatles, Paul McCarteney, fu vittima di un incidente stradale nel 1966 dove perse a vita.
Ricevuta la notizia, gli altri tre Beatles dovettero decidere che cosa fare. Il loro manager Brian Epstein e John Lennon insistettero per adottare la linea del silenzio: avrebbero seppellito Paul senza far sapere niente a nessuno, per non sconvolgere il mondo o il futuro del gruppo che, nel 1966, era all'apice del suo successo. Si misero quindi alla ricerca di un sosia. Dopo settimane di ricerche, scelsero William Stuart Campbell, un attore di origini scozzesi che assomigliava a Paul e che acconsentì a sottoporsi ad alcuni interventi di chirurgia plastica per rendere ancor più netta la somiglianza.
La sera del 12 ottobre 1969 il disc jockeyRussell Gibb, durante una trasmissione radiofonica sulla rete WKNR di Detroit, raccontò che la sera precedente aveva ricevuto una telefonata nella quale un ascoltatore che si era presentato come "Tom" gli aveva confessato di essere a conoscenza di un clamoroso segreto: Paul McCartney era morto in un incidente stradale alle 5 del mattino di mercoledì 9 novembre 1966.
Anche Roby Yonge, un disc jockey della stazione radio WABC di New York, discusse e commentò in diretta le voci sulla morte del Beatle per più di un'ora prima di venire interrotto per limiti di tempo. Circa nello stesso periodo, apparve nelle edicole una rivista dal titolo Paul McCartney Dead: The Great Hoax che apparentemente pareva rinforzare e dare credito ai molti strani elementi che circondavano la faccenda.
Presto la notizia fece il giro del mondo e i fan, specialmente gli studenti delle università statunitensi , cominciarono a fare a gara fra di loro nello scovare i messaggi nascosti. Tutto il catalogo passato dei dischi del gruppo ricominciò a vendere moltissimo, compresi gli album precedenti il 1966, l'anno della presunta morte di Paul. Particolarmente curioso fu il fatto che anche nei dischi antecedenti la data del presunto decesso, i fan rintracciassero molti indizi e criptici messaggi.
- MESSAGGI "NASCOSTI" NEGLI ALBUM
La copertina pop art del disco SGT. PEPPER'S LONELY HEARTS CLUB BAND, uscito nel 1967, costituisce per i complottisti l'indizio più importante. Mostrerebbe infatti un funerale: tutti i Beatles, rappresentati a mo' di statue di cera, sono vestiti di nero e vi sono corone di fiori. La composizione di fiori gialli, secondo i più fantasiosi, rappresenterebbe la scritta "Paul" con un punto interrogativo finale.
Nella parte destra dell'immagine compare inoltre compare una bambola raffigurate l'attrice Shirley Temple che porta in grembo un modellino d'auto di marca Aston Martin, la macchina che avrebbe guidato Paul il giorno dell'incidente. La vecchietta che tiene la bambolina sulle ginocchia indossa poi un guanto da automobilista macchiato di sangue. Paul regge uno strumento di colore nero, un corno, e c'è pure una statuetta di Siva, il dio distruttore.
Ma le sorprese non sono finite. Nella facciata posteriore dell'album, indovinate chi è l'unico Beatle a essere rappresentato di spalle?
Conosciamo tutti la copertina di ABBEY ROAD. I complottisti ci invitano a prestare attenzione. Secondo alcuni, infatti, gli abiti indossati dai quattro Beatles suggerirebbero una processione funebre. In testa c'è John Lennon, un angelo o sacerdote vestito di bianco, poi Ringo in nero che potrebbe far pensare al portatore della bara. Paul cammina invece a piedi scalzi, con gli occhi chiusi e tiene la sigaretta con la destra pur essendo mancino. Infine George Harrison, in jeans, potrebbe essere un becchino in abiti da lavoro per scavare la fossa. Sulla destra invece, dall'altra parte della strada, c'è un camioncino della polizia tanto simile a un carro funebre.
E che dire del famoso maggiolino bianco sulla sinistra? La targa è 28IF, "28 anni SE Paul vivesse". Ora, se Paul fosse vivo, ne avrebbe ventisette. Ma se si calcola l'età del Beatle a partire dal suo concepimento, allora tutto quadra...
(tratto dahttps://stonemusic.it/31058/paul-mccartney-morto-nel-1966-ecco-come-nacque-la-leggenda)
- MESSAGGI NEI TESTI DELLE CANZONI
Se si ascolta al contrario la canzone Help!, si udirebbe secondo alcuni la frase:«Now we need a member»("Ora ci serve un membro"). Viene fatto riferimento anche alla celebre Yesterday, a causa del passo:«I'm not half the man I used to be, there' s a shadow hanging over me»("Non sono neanche metà dell'uomo che ero, c'è un'ombra che incombe su di me").
Nel brano Nowhere Man Lennon canta:«Nowhere man, can you see me at all?»("uomo invisibile, puoi vedermi?"), letto dai sostenitori della teoria come: "Paul è morto e sepolto, e non può vedere più nulla".
Nel brano Taxman Harrison canta: «If you drive a car» e «if you get too cold»; il primo verso significa certamente "Se guidi un'auto"; il secondo "Se hai troppo freddo", ma potrebbe anche esser letto, da chi fosse in cerca d'indizi di tragedie, come "Se diventi troppo freddo". In Tomorrow Never Knows (titolo tratto dal libro tibetano dei morti) Lennon canta: «Play the game of existence to the end» ("Gioca il gioco della vita sino alla fine").
Alcuni versi dei brani cantati da Paul (o Campbell secondo i sostenitori della leggenda) vengono interpretati come indizi ancor più espliciti, e addirittura rivelatori di nuovi elementi. In Got to Get You into My Life, Paul canta: «I took a ride, I didn't know what I would find there» ("Andai a farmi un giro, e non sapevo cos'avrei trovato"), e poco dopo: «Then I suddenly see you» ("Poi all'improvviso ti vedo"), entrambi versi che si riferirebbero al suo fatale giro in macchina e al suo incontro con Rita (o con la morte).
Ma il verso più esplicito comparirebbe nel celebre brano Eleanor Rigby: «Father McKenzie, writing the words of a sermon that no one will hear [...] wiping the dirt from his hands as he walks from the grave» ("Padre McKenzie, che scrive le parole di un sermone che nessuno ascolterà [...], pulendosi le mani dalla terra mentre si allontana dalla tomba").
Entrambi i versi (che anche in questo caso non si susseguono immediatamente nel testo della canzone) si riferirebbero al funerale segreto di Paul (anziché a quello della povera Eleanor Rigby, sepolta realmente nel cimitero di St. Peter a Woolton (Liverpool), al quale "non venne nessuno", nobody came). Per alcuni sostenitori della teoria, la canzone avrebbe proprio lo scopo di rivelare che la cerimonia sarebbe stata veramente ufficiata da un certo "padre McKenzie"; per di più, nella versione originale del brano, il nome del prete era "Father McCartney", il che renderebbe la cosa ancor più macabra (con Paul che celebra il proprio funerale).
- CANZONI AL CONTRARIO
Alla fine di I'm So Tired, uno strano mormorio di Lennon, se ascoltato al contrario, sembrerebbe dire:«Paul is dead, man: miss him, miss him, miss him!»("Paul è morto, amico: mi manca, mi manca, mi manca!").
- ANALISI BIOMETRICHE: I DUBBI
A dare ancor più credito alla leggenda di "Paul is Dead" ci sarebbero addirittura delle notevoli differenze fisiche tra il vero Paul e quello che teoricamente sarebbe il suo sosia.
Nel 2009, due periti italiani, l'informatico Francesco Gavazzeni e il medico legale Gabriella Carlesi, basandosi su avanzate tecniche medico-legali, hanno svolto un approfondito studio di antropometria e di craniometria su immagini di Paul McCartney, scattate prima e dopo la data del presunto incidente in cui l'artista avrebbe trovato la morte, allo scopo di confrontarne le caratteristiche biometriche e decidere così se si trattasse o meno della stessa persona. Sorprendentemente, lo studio ha portato a concludere che resta aperta la probabilità che non si tratti della stessa persona, in quanto il confronto dei dati biometrici (analisi della forma del cranio e della mascella, della curva mandibolare, dei padiglioni auricolari, del palato e della dentatura) indica che si potrebbe trattare di due differenti individui, sia pur in apparenza molto somiglianti.
Ulteriori analisi sono state effettuate nel 2013 dal perito antropometrico e biometrico Daniele Gullà rivelando come sia le foto delle parti "immutabili" dei volti originali e del presunto sosia sia le registrazioni audio della voce non presentino alcun elemento in comune.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, guardiamo dal minuto 8.00 del seguente filmato.
- SPIEGAZIONE RAZIONALE DELLA LEGGENDA
Nonostante tutti questi indizi ci possano far pensare che la leggenda del "doppio Beatles" sia vera, va detto che questa presenta anche numerose INCONGRUENZE.
A partire dal problema di come un sosia avrebbe potuto sostituire e imitare così efficacemente un musicista e cantante del livello di McCartney, e oltretutto essere (o fingersi) mancino come il vero Paul.
La foto tessera presente nel poster del White Album che rappresenterebbe Campbell prima della plastica facciale, non è altri che McCartney stesso camuffato con occhiali e baffi finti, cosa che abitualmente faceva durante gli anni della Beatlemania per sfuggire ai fan scalmanati.
Non si può escludere, inoltre, che i Beatles abbiano volutamente "giocato" con la leggenda che stava nascendo o che l'abbiano alimentata inconsapevolmente attraverso qualche scelta fatta con altri intenti (per esempio è vero che Paul è spesso "fuori schema" rispetto agli altri Beatles nelle copertine e nelle foto ufficiali: di spalle, di profilo. ecc.). Lennon, in particolare, amava l'humor nero: una foto, tra quelle degli esordi al Cavern, mostra il chitarrista che si finge morto, mentre gli altri componenti della band lo vegliano.
Infine, nell'epoca della presunta morte con ogni probabilità non ci sarebbero stati mezzi per compiere un'operazione chirurgica come quella che si dice sia stata fatta sul rimpiazzo.
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