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ESPERIENZA PERSONALE



In Pagina condividiamo tanti post riguardanti la teoria secondo la quale i bambini, specialmente i più piccoli, riescano a vedere cose che noi adulti non riusciamo ad immaginare e non solo, sono tante le persone che ci contattano in privato per raccontarci le loro esperienze legate proprio a cose che fanno e dicono i propri figli.

Non stiamo parlando del famoso "amico immaginario", ma di fatti e nomi che dei bambini, per ovvie ragioni, non possono sapere e conoscere.

Spesso mi viene chiesto se è possibile che ciò accada ed ovviamente una risposta certa a queste domande non posso averla.

Per rispondere non posso fare altro che basarmi sulla mia esperienza personale e non sui "sentito dire", leggende o cose lette qua e là per la rete. Per me questo è un comportamento basilare e rispettoso nei confronti di chi si pone certe domande e cerca in noi la risposta.

Mi occupo da anni di una ricerca da molti giudicata una perdita di tempo, una cosa da creduloni... dove purtroppo le prove certe sull'esistenza di un'altra dimensione mancano e forse mai ci saranno, ma su ogni cosa ho l'abitudine di basarmi sempre su quella che può essere la mia esperienza personale. Se credo in certe cose, è perché so quello che ho visto, sentito e vissuto nell'arco della mia vita.

Cerco sempre una spiegazione razionale, fa parte del mio carattere. Non sono uno che crede incondizionatamente a tutto solo perché fa il "ricercatore del paranormale".

Per farlo ho bisogno per forza di vedere con i miei occhi certe cose e cercare di spiegarmele. Non avete nemmeno la più pallida idea di quante siano le situazioni bizzarre vissute in questi anni che ancora oggi, al solo pensiero, mi fanno fumare il cervello se tento di darne una spiegazione.



Ma torniamo al discorso principale, il motivo per cui ho deciso di scrivere questo racconto.


Secondo uno studio condotto dalla rivista Psychological Medicine, su un campione di 8000 bambini di età compresa tra gli 8 e 11 anni, il 17% dichiara di aver avuto un’esperienza "paranormale" almeno una volta. Una cifra che si dimezza quando si analizzano i teenager e scende ulteriormente quando si considerano gli adulti.

Questo potrebbe significare che con il passare degli anni le persone si dimentichino di queste esperienze. Chissà in quanti di voi, anche i più scettici verso questo argomento, da bambini avete visto persone che per voi erano reali che però solo i vostri occhi potevano vedere. Ci avete mai pensato?


Che io sia convinto che i bambini realmente possano avere la capacità di vedere cose che noi adulti non vediamo, mi sembra chiaro e non lo nego.

Perché ne sono fermamente convinto? Per il semplice motivo che prima con mio figlio ed oggi con mia figlia di 2 anni e mezzo, oltre le cose strane che dice, ci sono volte in cui dalla sua bocca escono nomi che lei assolutamente non può conoscere.

Anzi, a dirla tutta, quanto accaduto questa mattina, neppure Monica, mia compagna e collega, era a conoscenza di questo fatto.

A quello che adesso sto per raccontare potete crederci o meno. Noi sappiamo che è la verità e questo basta per poter essere tranquilli nei confronti di chi legge. Quando si racconta la realtà delle cose, si ha la coscienza pulita e non ci si pone nessun problema se qualcuno giudica quanto detto una fantasia.


Stamattina mia figlia si sveglia. Le prime parole che dice alla mamma sono "Marongiu (il nostro cognome), Maurizio e pupo".

Monica mi chiama e mi dice: "E chi è questo Maurizio adesso...?".

Ci penso un attimo e non mi viene in mente niente. Ma subito dopo la bambina ripete quello che aveva appena detto. Anche se ha solo due anni, riesce a spiegarsi e parla molto bene.

E' in quel momento che mi viene un flash. Io sapevo che mia madre prima che nascessi io perse due bambini. Uno di questi era un maschietto e lo avrebbe voluto proprio chiamare Maurizio!!!

Monica era a conoscenza di questa cosa, ma non sapeva di certo il nome che mia mamma avrebbe scelto per suo figlio. Solo io lo sapevo perché me lo ha sempre raccontato, anche se non amava parlarne spesso. Anzi non lo faceva affatto a meno che non fossi io a chiederglielo.

Come la bimba abbia potuto sapere una cosa simile non me lo spiego, anche perché io di questa cosa non ne parlo mai. Oltretutto un nome che non gli è per niente famigliare. E poi dire anche il nostro cognome e pure la parola pupo. Onestamente sono rimasto senza parole e lo sono anche adesso che sto scrivendo questo articolo.

Comunque per una volta voglio pensare che qualcuno glielo abbia detto, qualcuno che non vediamo e che raramente ricordiamo ma che in quel momento era presente.


Di Andrea Marongiu (fondatore Team)




foto di "ghost reflection in water" (https://www.google.com/search?q=ghost+reflection+in+water&sa=X&ved=0ahUKEwjQiYKh6tLlAhWPr6QKHU4XB0wQvQ4IOCgE)

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